I ricordi della flottiglia alle Seychelles

Diario di bordo

  • Venerdì 23 marzo – Si parte!

H 18.00 ci troviamo tutti in aeroporto a Malpensa, mettiamo via il piumino in valigia a ci imbarchiamo per questa avventura.
Voliamo comodi comodi con Emirates sul gigantesco A380: due piani di morbidezza! Scalo a Dubay e si riparte sempre con Emirates per Mahè. Il viaggio e lungo ma tra pisolini, film e due chiacchiere, passa velocemente.

  • Sabato 24 marzo – Siamo alle Seychelles

Atterriamo nell’assolato caldo umido pomeriggio a Mahè. Via i pantaloni lunghi e le scarpe chiuse, indossiamo infradito e pantaloncini: siamo finalmente alle Seychelles! Il pomeriggio ci vede impegnati in check-in e cambusa, distribuzione nelle cabine, stivaggio delle provviste e dei bagagli prima di concederci una meritata doccia fresca in pontile e una buona cena in uno dei ristoranti di Eden Island.

  • Domenica 25 marzo – Si salpa

La notte ormeggiati in marina non è stata delle migliori. Il caldo torrido e la musica alta dei locali che si affacciano sul porto ci hanno tenuti svegli per molte ore. Ci meritiamo una buona colazione in pozzetto e poi approfittiamo della mattina per acquistare quello che ancora manca in cambusa, recuperiamo una valigia che era rimasta a Dubay e ci prepariamo a salpare.

Gli istruttori provvedono al briefing: salvagenti, estintori, zattera, utilizzo di acqua e elettricità, sapone marino …

Lasciamo finalmente gli ormeggi per dirigerci a Est al parco marino si Sainte Anne. Nel breve tragitto vengono a salutarci i delfini, passano tra i catamarani e si dirigono al largo. Il loro incontro, la vegetazione verde smeraldo, le spiagge bianchissime non lasciano dubbi: siamo in un paradiso terrestre!
Diamo ancora e scendiamo a terra ad esplorare Isola Maggiore. Sulle nostre teste svolazzano strani uccelli, neri, con la testa marrone, le ali … da pipistrello! Sono le volpi volanti ghiotte di nettare e frutti. Un po’ inquietanti forse, ma assolutamente innocue. La giornata trascorre tra tuffi e camminate, una fresca insalatona a pranzo e il tramonto in spiaggia. Decidiamo di fermarci qui per la notte sperando sia più tranquilla della precedente.

  • Lunedì 26 marzo – La traversata verso Praslin

Il sole sorge presto alle Seychelles e tramonta altrettanto presto, alle 6 del mattino la luce è già calda, a metà giornata è ustionante, alle 6 del pomeriggio saluta velocemente il cielo e lascia spazio alla notte.

Oggi ci attendono 25 miglia di navigazione quindi salpiamo presto: rotta verso Praslin. Il mare è calmo, calmissimo! Non sembra neanche Oceano eppure siamo nell’Indiano. Si percepisce una lieve onda lunga che proviene da Sud Est, opposta alla leggera brezza, ma per il resto sembra di essere in un immenso lago.

L’occasione è ottima per provare a pescare, lontano dai parchi marini e dalle riserve naturali, caliamo le lenze e l’Indiano si rivela generoso. Uno dopo l’altro i catamarani rallentano e tentano di issare a bordo lucenti tonni e scattanti barracuda, ma tutti tagliano le lenze e si liberano: il BBQ dovrà espettare.

Arriviamo a Praslin nel primo pomeriggio e ci ormeggiamo a Nord davanti alla spiaggia di Anse Lazio: che spettacolo!  L’acqua è limpidissima, le palme e la fitta vegetazione bordano la lunga spiaggia che termina con imponenti rocce granitiche lisce e tondeggianti. Non a caso è considerata una delle più belle spiagge del mondo, non a caso viene scelta dagli innamorati per dichiararsi, dai fidanzati per sposarsi e chissà che qualcuno dei nostri abbia colto l’occasione!

Dietro le palme qualche ristorante con il tetto di paglia dove fermarsi per il pranzo ed il famoso Honesty Bar dove ci si serve da soli e si lasciano i soldi in una casetta. Ci fermiamo per la notte che ben presto si riempie di stelle.

  • Martedì 27 marzo – Le tartarughe giganti

Oggi sarà una giornata intensa, piena di sorprese. Ci spostiamo di poche miglia per raggiungere l’Isola Curieuse. Gli equipaggi si incamminano nella fitta vegetazione tra la spiaggia ad Anse St Jose e la baia di Turtle Pond. Qui li ritroviamo tutti intenti a fotografare le grandi protagoniste di questo luogo: le tartarughe giganti. Sotto l’ombra delle palme si radunano infatti intere famiglie che si lasciano attorniare dai turisti per farsi fotografare e rubare qualche gustoso spuntino. Ma ben presto la nostra attenzione viene rivolta altrove. Un delizioso profumo di pesce alla griglia rapisce i nostri sensi. Nella capanna vicino è stato allestito un ristorante con tavolacci, panche, foglie di palma come tovaglie e i pescatori della zona cuociono il pescato del giorno sulla griglia: si mangia quello che c’è e non è niente male!!

Nel pomeriggio lasciamo la baia delle tartarughe per tornare a Praslin e ormeggiare davanti a Cote d’Or Beach. Sotto i nostri catamarani sembra di avere un immenso acquario: pesci di ogni tipo nuotano e si avvicinano alle barche persino una grossa razza passa a farci visita.

La sera ci concediamo grigliata di pesce in barca e una piccola festicciola sul catamarano più grande, un po’ di musica e qualche cocktail grazie all’improvvisato Dj Flore: a prua sulla rete si balla tra risate e racconti di grandi avventure… non solo marine!

  • Mercoledì 28 marzo – Coco Island e i pesci della barriera

Sveglia all’alba, come sempre, ma con questo caldo non si riesce a fare diversamente. Un tuffo nell’acquario e siamo pronti per un’altra giornata. Oggi si naviga fino a alla riserva naturale di Coco Island, una manciata di rocce granitiche buttata nell’Oceano, con fondali ricchi di pesci e coralli.
Ma arrivati in zona ci chiedono l’ennesima tassa per scendere nel parco e optiamo per ancorare poco più in là, alla Felicite. Qui vale comunque la pena di indossare maschera e pinne, nuotare tra gli scogli e sulla barriera che ci separa dalla spiaggia per ammirare una miriade di pesci tropicali. Ce ne sono di tutti i colori, gialli, blu, a righe e a pois, uno spettacolo unico. C’è il pesce pappagallo, farfalla, pipistrello, sergente, damigella, il quadro è completo, passa persino un piccolo squaletto.

Nel tardo pomeriggio, dopo la calura delle ore centrali, ci spostiamo a Praslin per la notte nella baia Sainte Anne. Qui l’ingresso è costituito da un lungo canale che passa tra due bassi fondali su cui frangono le onde. Al fondo si trova il piccolo porticciolo, un pontile in realtà. A terra non ci sono molti servizi, il paese più vicino è a 15 minuti di taxi, ma la sosta ci serve per rifornirci di acqua dolce e poterci concedere una doccia abbondante, i più giovani ne approfittano per trascorrere la serata in discoteca.

  • Giovedì 29 marzo – In bicicletta a La Digue

Oggi ci spostiamo a La Digue, l’isola più verde di tutto l’arcipelago. Ormeggiamo in porto con ancora e cime a terra, e subito fa capolino un ragazzo del posto che si offre di portarci le biciclette. Tutta l’isola è infatti facilmente esplorabile pedalando. Ci consegna i mezzi e la pianta delle strade e partiamo. La vegetazione è fitta e rigogliosa, nasconde casette e piccoli orti, le galline razzolano libere e ci attraversano la strada, la frutta spicca colorata tra le foglie. Vale la pena arrivare fino a Est, a Grand Anse, la spiaggia più grande. Qui l’Oceano crea grandi onde che si infrangono sulla barriera e non sarebbe possibile arrivarci dal mare. La sabbia è finissima, sembra borotalco.
L’esplorazione prosegue con la visita delle coltivazioni di noci di cocco e vaniglia, la casa coloniale e per finire ci spiaggiamo a Anse d’Argent. Nel nostro girovagare acquistiamo qualche bel pesce che stasera finirà sulla griglia del BBQ.

  • Venerdì 30 marzo – La pesca miracolosa e il rientro a Mahè

E’ arrivato il momento di riavvicinarci a Mahè che dista circa 30 miglia. Partiamo presto per riuscire a concederci ancora un tuffo nel pomeriggio.
La navigazione è tranquilla, più che all’andata. Ritentiamo la pesca e si rivela miracolosa!
I pesci abboccano e questa volta riusciamo anche a issarli a bordo: il pranzo è assicurato, accendete i BBQ!

Arriviamo a Mahè e ancoriamo a Anse Royale dopo lo slalom tra i reef. Grandi nuvoloni minacciosi montano all’orizzonte ma a noi arrivano solo poche gocce. E’ il momento per l’ultimo tuffo dalla barca e l’ultima grigliata, poi ci spostiamo per il rifornimento di carburante e si rientra in porto che è già buio.
Questa sera i locali e le discoteche di Eden Island non ci daranno fastidio perché ci infiliamo nella mischia e andiamo a dormire a festa finita.

  • Sabato 31 marzo – Sbarco e relax prima di volare

L’ultimo giorno alle Seychelles lo trascorriamo a terra, in pieno relax. Lasciamo le barche in mattinata dopo i check-out e ci spostiamo in massa in un resort con ristorante, spa, spiaggia e piscina in attesa del volo di rientro. In tarda serata è il momento di salutare definitivamente l’Oceano che ci ha dolcemente cullati per una settimana, i sui pesci e le palme, per salire in aereo e ritirare fuori il piumino.
Ciao ciao Seychelles e buon vento a tutti i velisti!

Itinerario

Gli scatti migliori:

La testimonianza di Maurizio

Sui mari del Sud

Kammamuri occhieggia tra l’intreccio di mangrovie e le palme da cocco che vigilano sulla spiaggia bianca come la pelle serica della figlia del signore della piantagione.

Noi scivoliamo, con i nostri cinque vascelli da 47 piedi, come incisori sul vetro verde di giada e penetriamo silenziosi nell’unica breccia del reef multicolore di vita. Sbarchiamo, argonauti di un oceano del tempo, che bagna le sponde di altre epoche, conquistatori conquistati da un mondo che non ci appartiene. Lo sguardo di Kammamuri lampeggia oltre la brace su cui sfrigolano, nella sera che incombe, i tenaci barracuda.

La notte delle Seychelles si riempie del profumo di vaniglia e avocado e delle stelle sconosciute dell’altro emisfero e che sulla prua brillano e ci indicano più in là, più in là. Abbandonati su amache e su improvvisati giacigli equatoriali, non attendiamo il mattino per spedare le nostre ancore e riprendere a pattinare sul cristallo dell’Oceano Indiano che guarda a oriente, oltre queste terre della frutta, oltre i miraggi di spezie esotiche e di bellezze grandi e terribili.

E riprendiamo il nostro viaggio verso la prossima isola, che non è Africa e non è India, e ci resta attaccata come il sole che cuoce. E permane nelle narici e nel cuore, quando i catamarani rientrano nel porto delle nostre città. Ci riscopriamo navigatori di questa vita misteriosa, esploratori golosi di meraviglia, bucanieri di grazia e leggiadria, sulle onde di asfalto e tuttavia ricolme delle fragranze eterne dei mari del sud. E ringraziamo, preparando le vele al prossimo vento che le gonfierà.

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